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‘Moderazione’ Repubblicana

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di Pete Dolack – 30 giugno 2017

Il Partito Repubblicano non è sufficientemente estremo. Questo dicono i fratelli Koch, che minacciano di ritirare i 400 milioni di dollari che avevano promesso di versare nella campagna elettorale del 2018.

I membri del Congresso statunitense hanno ricevuto i loro ordini di marcia: revocare la Legge sulle Cure Accessibili (in altri termini, sostituire l’”Obamacare” con il “Trumpcare”) ed elargire massicci tagli fiscali ai miliardari. Una “ritirata dei donatori” a giugno presso il complesso dei fratelli Koch in Colorado ha visto partecipare 400 persone e il “biglietto d’ingresso per la maggior parte di loro era una promessa di versare almeno 100.000 dollari quest’anno alla vasta rete politica dei Koch”, ha scritto The Guardian.

I fratelli Koch risultano aver stanziato sino a 400 milioni di dollari per le prossime elezioni di medio termine, ma tale munificenza non è priva di condizioni. The Guardian ha citato il capo del braccio politico dei fratelli Koch, Americans for Prosperity, Tim Phillips, come frustrato per i ritardi dell’approvazione al Congresso di leggi estremiste. “C’è urgenza”, ha detto Phillips. “Riteniamo di avere una finestra di circa dodici mesi per far approvare quanto più possibile prima che le elezioni del 2018 causino uno stop della politica”.

Come esempio di ciò che ci si aspetta sia fatto, un ricco donatore ha dichiarato all’assemblea che per il momento il suo “salvadanaio di Dallas” è chiuso. “Ottenete la revoca e la sostituzione dell’Obamacare, fate approvare la riforma fiscale. Portatelo a termine e riapriremo il portafoglio”, ha dichiarato a The Guardian, aggiungendo che ha incoraggiato altri ricchi donatori a trattenere analogamente il denaro fino a quando non otterranno quello che si aspettano.

Non c’è davvero nulla di nuovo in questo, salvo che è insolito che una qualche finestra sia aperta sul lavoro riservato delle reti di Charles e David Koch. Sono ben noti la loro grande spesa per comprare il Congresso e i parlamenti statali (hanno stanziato 900 milioni di dollari nelle elezioni del 2016), il loro diffuso finanziamento del negazionismo del riscaldamento globale, la loro volontà di distruggere l’ambiente perseguito infiniti profitti e la loro incessante concentrazione sulla privatizzazione di beni pubblici. Il loro gruppo Americans for Prosperity è stato anche un finanziatore cruciale del movimento Tea Party sponsorizzato dall’industria. Forse è meno noto che hanno a libro paga un tentativo di riscrivere la Costituzione statunitense.

 

Modificare la Costituzione per adattarla a loro

Ci sono due spinte diverse per un’assemblea costituzionale. In un articolo su Truthout Alex Kotch scrive:

“Una cercherebbe di organizzare un’assemblea solo per una modifica relativa al pareggio di bilancio e l’altra cerca di garantire un’assemblea aperta al fine di limitare il potere e la giurisdizione del governo federale. Ma una volta che un’assemblea è in corso può succedere di tutto. L’assemblea può scrivere le proprie regole diventando un’assemblea a tutto campo o ‘fuori controllo’ che può decidere grandi modifiche della Costituzione e, sostengono alcuni, persino modificare il numero degli stati necessari per ratificare tali modifiche”.

Secondo la legge statunitense se i parlamenti di 34 stati (due terzi del totale) chiedono un’assemblea costituzionale, il Congresso deve convocarla. La risoluzione sul pareggio di bilancio è stata approvata da 29 stati, scrive Truthout. Una volta che un’assemblea è convocata può scrivere le proprie proposte, compresa la modifica del numero degli stati necessari per approvare una modifica costituzionale per rendere più facile che la lista dei desiderata estremi dell’industria sia convertita in legge permanente. Ma anche se solo una modifica relativa al pareggio di bilancio divenisse parte della Costituzione statunitense, tale modifica incorporerebbe misure più dure d’austerità con appello scarso o nullo.

Il Center on Budget and Policy Priorities lo chiarisce:

“Prescrivendo un bilancio in pareggio ogni anno, indipendentemente dalla condizione dell’economia, tale modifica susciterebbe gravi rischi di mandare in recessione economie deboli e di rendere le recessioni più lunghe e gravi, causando una vastissima perdita di posti di lavoro. Ciò è dovuto al fatto che la modifica costringerebbe i politici a tagliare la spesa, ad aumentare le imposte, o a fare entrambe le cose quando l’economia è debole o già in recessione.  […] Ciò avvierebbe una spirale viziosa di economia e politica fiscale deboli: un’economia più debole porterebbe a deficit più elevati, che costringerebbero i politici a tagliare la spesa o aumentare le imposte ancora di più, il che indebolirebbe ulteriormente l’economia”.

Un’analisi dettagliata di Macroeconomic Advisers stima che, se fosse stata in vigore la modifica relativa al pareggio di bilancio all’epoca della crisi economica del 2008, ci sarebbero stati altri 11 milioni di disoccupati nel 2012 e il prodotto interno lordo sarebbe sceso del 12 per cento quell’anno. A causa del declino delle entrate fiscali che ciò avrebbe causato, sarebbero stati aggiunti altri 500 miliardi di dollari al deficit di quell’anno che, accoppiati con i tagli alla spesa che sarebbero stati imposti da tale modifica, avrebbero determinato la riduzione a zero della spesa discrezionale del governo statunitense. In pratica letteralmente a nulla.

I fratelli Koch e i loro complici miliardari se la passerebbero semplicemente bene, tuttavia, e questo è tutto ciò che conta. Una rete di organizzazioni finanziate dai Koch sta finanziando e promuovendo tali spinte a un’assemblea costituzionale.

 

Acqua e aria pulite? A chi servono?

Le Industrie Koch sono tra le peggiori inquinatrici dell’aria e dell’acqua del paese e una fonte principale di gas serra. Dunque non sorprende che Charles e David Koch, che gestiscono la società, siano anche finanziatori attivi del negazionismo del riscaldamento climatico, e i due si preparano a ottenere profitti enormi dalle sabbie bituminose dell’Alberta. Possiedono quasi due milioni di acri che, nel caso quelle terre fossero interamente sfruttate, immetterebbero altri 19 miliardi di tonnellate di emissioni carboniche nell’atmosfera.  L’International Forum on Globalization stima che i fratelli Koch guadagneranno più di un milione di volte più dell’operaio medio dell’oleodotto Keystone XL nel corso della vita della conduttura, sulla base di profitti potenziali di 100 miliardi di dollari.

I fratelli Koch sono tra i principali finanziatori dell’estremista American Legislative Exchange Council (ALEC) che scrive leggi a vantaggio dei suoi membri industriali, leggi che sono frequentemente approvate alla lettera dai parlamentari degli stati e hanno addirittura tentato di controllare il Cato Institute, il “pensatoio” ultraliberale di estrema destra che, pur aizzando alla fine della Previdenza Sociale, apparentemente non è stato abbastanza estremo per loro.

Non contento di controllare il Congresso e parlamenti statali, David Koch ha donato 300.000 dollari alle candidature governatoriali del vicepresidente USA Mike Pence e Pence ha doverosamente negato il riscaldamento globale. Un articolo del 2014 di Politico scriveva:

“Numerosi ex collaboratori di Pence dei suoi tempi al Congresso hanno assunto suoli importanti nelle sfere industriali e politiche dei fratelli. E Americans for Prosperity, il principale gruppo politico dei Koch, ha indicato il lavoro di Pence in Indiana come emblematico di un programma riformista conservatore che si cerca di portare a livello nazionale … Pence ha operato per mettere in risalto i tempi fiscali che animano l’offerta politica dei Koch. Persone vicine ai fratelli affermano che egli si è inizialmente guadagnato l’ammirazione della loro rete nel corso degli anni di George W. Bush, quando si è opposto a quelle che considerava politiche di Governo Pesante appoggiate dal suo stesso partito, tra cui l’estensione di No Child Left Behind e Medicare, e ha ripetutamente avvertito che il Partito Repubblicano stava virando fuori rotta.”

Come ho indicato in precedenza, questa è una denuncia che il governo Bush II/Cheney era troppo liberale!

 

Parchi nazionali nel mirino

L’estrema ostilità dei fratelli Koch a tutto ciò che è pubblico – cioè a qualsiasi cosa che non sia sfruttata a fini di saccheggio industriale – si è spinta fino a opporsi a parchi nazionali. Disgraziatamente non si tratta di una battuta. Un gruppo sostenuto dai fratelli Koch che si autodefinisce Property and Environment Research Center ne sta promuovendo la vendita. Reed Watson, il direttore esecutivo del centro, sostiene che “le agenzie di gestione del territorio [dovrebbero] realizzare profitti cancellando le restrizioni allo sfruttamento del legname e dell’energia”.

Per far passare in sordina tale estremismo il centro sollecita la vendita di altre terre federali anziché promuovere apertamente la vendita di parchi nazionali – un’idea immensamente impopolare presso l’intero spettro politico – ma è a questo che punta la logica di tale estremismo. In un documento prodotto dal centro, “Come e perché privatizzare le terre pubbliche”, il gruppo rende chiare le sue intenzioni:

“Quattro criteri dovrebbero guidare gli sforzi di riforma: le terre dovrebbero essere destinate all’uso che produce il massimo valore; i costi della transazione dovrebbero essere mantenuti al minimo; dovrebbe esserci una vasta partecipazione al processo di cessione e i “diritti degli occupanti” dovrebbero essere protetti. Purtroppo le proposte di riforme fondiaria sul tavolo oggi non soddisfano alcuni o tutti tali criteri. Perciò noi offriamo un progetto di messa all’asta di tutte le terre pubbliche nel giro di 20 – 40 anni”.

Si noti che il testo afferma “tutte” senza specificazioni. Trivelle petrolifere e attività di fratturazione idraulica al posto di paesaggi naturali da godere da tutti poiché sarebbe più redditizio nel breve periodo. Questa mentalità ha raggiunto il livello più elevato del governo, come esemplificato dalle intenzioni dell’amministrazione Trump di aprire terre federali ad attività minerarie e petrolifere a prezzi di svendita senza controllo, oppure di venderle.

Non è che i fratelli Koch non sappiano da dove arriverà loro il prossimo miliardo. Messi insieme, i due valgono circa 97 miliardi di dollari. Entrambi fanno parte dei nove uomini più ricchi del pianeta e insieme possiedono una ricchezza superiore a quella della persona più ricca del mondo, Bill Gates. Valevano 32 miliardi nel 2009, quasi triplicando la loro fortuna dal primo anno dell’amministrazione Obama.

Questo è tutto prodotto dell’ultraliberismo, una filosofia in cui la forza fa il diritto.  Una fede nella totale libertà del commercio, del minimo interventismo governativo nell’economia o negli affari sociali, non è altro che consentire al “mercato” di decidere i risultati economici e sociali. La conseguenza logica di ciò è non più salario  minimo, non più previdenza sociale, non più leggi contro la discriminazione sul posto di lavoro, non più maggiori misure sulla sicurezza, non più leggi a protezione dei consumatori, non più protezione dell’ambiente. E’ questo che in realtà predicano gli ultraliberali, compresi i fratelli Koch e Ron Paul.

A favore di chi è tutta questa “libertà” individualista? E’ la “libertà” di industriali e finanzieri di dominare, controllare e sfruttare gli altri. La “giustizia” diventa l’illimitata capacità di godere di questa libertà, una giustizia riflessa in strutture legali. I lavoratori sono “liberi” di competere in una gara al ribasso creata dai capitalisti.

In un confronto ad armi pari la brutalità dei programmi avanzati dai fratelli Koch e dai loro compagni miliardari ultraliberali non supererebbe il test del ridicolo. Ma quando si hanno centinaia di milioni di dollari da spendere in giro ogni due anni, in un labirinto intrecciato di organizzazioni e “pensatoi” per promuovere la propria agenda egoistica, si ha la capacità di rendere “correnti” le idee più oscene. Su quali basi tali relazioni unilaterali di potere potrebbero essere considerate democratiche?

Da ZNetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/zcommentary/republican-moderation/

Originale: Systemic Disorder

traduzione di Giuseppe Volpe

Traduzione © 2017 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.

 


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